Anche gli scacchi in lutto per la scomparsa di Ennio Morricone
Fonte: https://unoscacchista.com/2020/07/07/anche-gli-scacchi-in-lutto-per-la-scomparsa-di-ennio-morricone/La scomparsa di Ennio Morricone è un grande lutto anche per il mondo degli scacchi. Basti ricordare che Morricone ha musicato l’inno delle Olimpiadi degli Scacchi di Torino del 2006. Ma era anche un vero appassionato, benché per il suo lavoro non abbia mai potuto dedicarsi al gioco come forse avrebbe voluto.
Ennio Morricone imparò a giocare a scacchi da giovane, a 18 anni, come autodidatta, ed ha sempre coltivato la passione, pur non avendo il tempo di prendere parte a competizioni agonistiche, salvo alcuni tornei negli Anni Sessanta, prima del match Fischer-Spassky.
In più occasioni si è però misurato con noti campioni in partite amichevoli o in simultanea: ricordiamo per esempio una sfida su due partite semilampo con la celebre Judit Polgar, quando la campionessa venne in Italia (a Roma 1994 per la precisione) a rappresentare l’Ungheria in occasione delle cerimonie per l’ingresso ufficiale della nazione magiara nella comunità europea. Poi una sfida ancora semilampo con Peter Leko (fu lui a chiedere di giocare con il Maestro Ennio!), quando Morricone era a Budapest per un concerto; e un’altra con Miso Cebalo in occasione di un concerto a Zagabria.
In simultanea giocò con Mariotti, Zichichi, Tatai (dal quale prese anche lezioni private), Karpov (con cui a Roma perse per un banale errore in un finale evidentemente patto), Kasparov e Spassky. Con quest’ultimo va ricordato il suo pareggio nel novembre 2000, quando il celebre (ex) campione del mondo fu invitato a Torino per le celebrazioni dei 90 anni di costituzione della “Scacchistica Torinese”: simultanea con 26 giocatori, compreso il figlio di Morricone, Andrea; il Maestro fu l’ultimo a finire, la posizione era evidentemente patta e il russo fu costretto alla divisione del punto.
Grazie a questo evento, qualche tempo dopo Michele Cordara (Presidente della “Scacchistica Torinese”) gli chiese di musicare l’inno delle Olimpiadi degli Scacchi di Torino 2006: era preparato ad un rifiuto, invece Morricone non solo accettò ma scrisse due spartiti, lasciando poi a Cordara il compito di scegliere il preferito! Per la cronaca l’inno fu suonato con grande successo all’inaugurazione delle Olimpiadi, ma in ‘playback’ per esplicita richiesta di Morricone stesso.
Anche se in alcuni database appaiono partite di Morricone datate 1950, il suo esordio ufficiale in torneo risale al 1964, quando dal 3 al 13 dicembre Alvise Zichichi organizzò la prima manifestazione scacchistica internazionale di Roma: 77 giocatori complessivamente, suddivisi in 4 tornei (Principale con 12 giocatori, vinto ex aequo dal tedesco Lehmann e dall’ungherese Lengyel, poi tornei A, B, C). Tra i partecipanti del torneo C vi era anche Ennio Morricone, che nell’occasione fu promosso a Terza categoria sociale.
In seguito arriverà a ‘Seconda Nazionale’. Ma, con buona pace degli scacchisti che badano solo al ‘punteggio Elo’, Morricone non va considerato tanto come agonista quanto per l’attenzione che ha saputo richiamare attorno al nostro gioco. Per esempio quando nel 2000 pattò con Spassky, questo risultato ebbe grande eco nei giornali e nelle TV.
Così, quando venne a Roma (1994) a rappresentare l’Ungheria in occasione delle cerimonie per l’ingresso ufficiale della nazione magiara nella comunità europea, Judit Polgar (allora incinta del primo figlio) stupì i giornalisti presenti quando disse che prima di ogni partita di torneo ascoltava un brano di Morricone!
Ricordo che per quell’occasione Ennio mi telefonò – era passata mezzanotte e devo dire che mi spaventai quando il telefono squillò, perché temevo qualche brutta notizia – e quando risposi, tutto gioioso disse “Devo giocare con Judit Polgar! Capece, deve venire a Roma!” al che io un po’ stupidamente risposi “Adesso?”. Ma poi ci chiarimmo e qualche giorno dopo andai a Roma a seguire l’evento nella sede della Accademia d’Ungheria, facendo anche da arbitro per le due partite semilampo: Morricone, forse per l’emozione, perse malamente e rapidamente la prima, mentre oppose un buona resistenza nella seconda. Quando gli proposi di suonare qualcosa al pianoforte per Judit, il figlio Andrea mi disse “Non illuderti, non lo fa mai quando c’è un po’ di pubblico…”. E invece Ennio si sedette al piano e per un paio di minuti suonò il motivo di ‘Un pianista sull’oceano’ e fu un momento di forte commozione per tutti.
Continua
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